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27 gennaio 2021
GIORNATA DELLA MEMORIA
Il volume raccoglie i diari che la diciannovenne Delfina Borgato scrisse al momento dell'arresto e poi nel corso della sua detenzione nel campo di lavoro di Mauthausen. La Borgato ci fa vivere le sue stesse emozioni, le sue stesse paure, le sue stesse intemperanze di giovane poco più che adolescente e ci conduce per mano a sentire il dolore di quella vita. Le lettere che familiari e amiche le inviavano, recuperate e qui riprodotte, contribuiscono non poco ad allargare lo sguardo oltre quel singolo avvenimento e ad entrare nel "mondo" di origine di Delfina Borgato, nel quale si preparò la sua partecipazione all'antifascismo. Un mondo che la curatela di Manuela Tommasi ha saputo indagare e presentare con delicata partecipazione.
Delfina Borgato, nata a Saonara (Padova) nel 1927, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.
Con la zia Luigia Maria Pucheria si era impegnata nella catena di solidarietà organizzata a Padova da Placido Cortese, il frate che, arrestato, sarebbe stato torturato sino alla morte dai nazisti.
Catturata, insieme alla zia, il 13 marzo 1944, la ragazza fu separata dalla parente. Portata dai tedeschi a Venezia e, di qui, a Bolzano, vi fu trattenuta sino all'agosto, quando fu trasferita nel lager di Mauthausen. Costretta al lavoro coatto, Delfina Borgato riuscì a resistere alle fatiche e alle privazioni e a tornare in Italia dopo la Liberazione.